Ingredienti per (4 persone)
- 200 gr di maltagliati
- 300 gr di fagioli borlotti
- 200 gr di salsa di pomodoro
- 50 gr di lardo
- ½ cipolla
- brodo di carne q.b.
- olio extravergine d’oliva q.b.
- uno spicchio d’aglio
- una manciata di foglie d’alloro
- un rametto di rosmarino
- sale e pepe q.b.
Preparazione
In una casseruola soffriggete la cipolla tritata nell’ olio e nel lardo uniti insieme. Prendiamo i fagioli borlotti in scatola, oppure utilizzate i borlotti freschi precedentemente lasciati in ammollo per 12 ore circa con una punta di bicarbonato per ammorbidirne la buccia.
Versiamo questi ultimi nel fondo preparato insieme a 2 litri circa d’acqua tiepida e con la salsa di pomodoro.
Facciamo cuocere a fuoco lento per circa un’ora e mezza.
Passiamo ora una metà del composto nel passaverdure e riuniamo il tutto dentro la casseruola. Facciamo cuocere una ventina di minuti con il mazzetto aromatico composto da aglio, foglie d’alloro e rosmarino (abbiamo utilizzato un sacchetto di cotone legato).
Aggiustiamo con sale e pepe e versiamo i maltagliati per la cottura direttamente nel brodo di fagioli.
Spegniamo la fiamma quasi subito e lasciamo riposare per qualche minuto mentre maltagliati finiranno la loro cottura.
Serviamo in una ciotola o piatto fondo ed un filo di olio di oliva extra vergine a crudo.
Nella cucina povera ti un tempo si usava anche mettere pane raffermo sbriciolato al fine di arricchire il piatto. Altri ingredienti si utilizzavano a tal fine, come per esempio le croste di formaggio, il parmigiano o le cotiche di maiale nel periodo della macellazione.
Gli sguazzabarbuz: Bologna, Modena e Ferrara si contendo l’invenzione dei maltagliati. Cronache mai smentite, raccontano che il 29 Maggio 1503 giunse a Ferrara Lucrezia Borgia per sposare Alfonso I° D’Este e lo scalco di corte, Messisbugo, ispirandosi a quei riccioli d’orati creo le tagliatelle. Con la stessa pasta tagliata in strisce irregolari creo così i “maltagliati”.
vengono cotti in un brodo di fagioli e cotiche di maiale, il piatto venne chiamato “Sguazzabarbuz” (sguazza mento / barbetta).